15 maggio 2018 - Il Global Institute of Logistics (GIL), organizzazione internazionale impegnata nell’identificazione e nella promozione di nuovi standard di eccellenza in ambito portuale, ha nominato ieri Pino Musolino Presidente della divisione europea dell’Istituto.
Il GIL si compone di due anime: da una parte, un prestigioso think tank, che coinvolge gli specialisti più affermati della comunità portuale e logistica mondiale e che opera da collegamento tra il mondo accademico e il mondo dell’impresa; dall’altra, l’organizzazione vera e propria, aperta solo a membri selezionati, “best in class” nel mondo dei traffici navali, del commercio internazionale e della portualità e individuati sulla base delle competenze e dei risultati d’eccezione.
“E’ un grande onore essere invitato a presiedere la divisione europea del Global Institute of Logistics – dichiara Pino Musolino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale –. Questo ruolo consentirà all’Ente che rappresento di condividere, apprendere e confrontare le migliori pratiche provenienti dai più importanti porti e dai maggiori attori della logistica del mondo”.
“Sono particolarmente entusiasta – aggiunge Musolino – di poter portare il mio contributo attivo alle future attività di ricerca dell’Ente, a partire dalla prossima ricerca dell’Istituto che sarà dedicata allo sviluppo porto-centrico del commercio. Da molto tempo sostengo la visione secondo cui è la produzione ad alimentare il commercio che, a sua volta, sostiene e rafforza la logistica. Ritengo infatti che una strategia di sviluppo portuale orientata all’ipertrofia infrastrutturale fine a se stessa, oltre a non essere sostenibile dal punto di vista ambientale, non produca nemmeno risultati soddisfacenti in termini economici poiché non innesca un automatico aumento dei traffici”.
“L’esperienza dello scalo veneziano, anche in virtù della rilevanza manifatturiera nazionale – l’Italia è la seconda forza manifatturiera d’Europa –, dimostra che l’essenza multi-purpose del porto, ovvero l’intermediazione di container ma anche di altri settori come le rinfuse, è elemento centrale; dall’importazione di materie prime e dall’esportazione di prodotti ad alto valore aggiunto come i project cargo emerge come, anche in un’ottica porto-centrica, sia possibile realizzare un connubio virtuoso tra produzione, manifattura, portualità e logistica. Proprio in una fase in cui la sfida più pressante per i porti europei guarda alla Cina e alla necessità di individuare strategie condivise per armonizzare i rapporti e i traffici con questo fondamentale partner, credo che riportare a Venezia delle produzioni manifatturiere di qualità consentirebbe al nostro scalo di ritrovare un ruolo centrale nel mercato globale e di divenire una piattaforma primaria per gli scambi tra l’Estremo Oriente (ma non solo) e l’intero tessuto produttivo che sta alle spalle dei nostri porti e copre un’area che travalica i confini regionali”.