Lo ha affermato la deputata del Pd Debora Serracchiani, rendendo nota l'interrogazione sottoscritta con la collega Raffaella Paita e indirizzata alla presidenza del Consiglio con cui si chiede al Governo di intervenire dopo che il 3 aprile scorso, La DG Competition, divisione della Commissione europea che si occupa di concorrenza, ha inviato una comunicazione all'Italia minacciando di avviare la procedura di infrazione contro i porti italiani accusati di concorrenza sleale nei confronti delle altre banchine europee.
"E’ del tutto evidente che se passasse questa linea a Bruxelles - hanno indicato Serracchiani e Paita - le Autorità di sistema portuale dovrebbero applicare canoni concessori e autorizzativi più alti, a discapito delle imprese che lavorano nei porti, mettendo così in seria difficoltà tutti gli scali italiani. Si tratterebbe insomma di una vera e propria stangata fiscale tale da provocare non solo una perdita di competitività dei nostri scali ma capace di mettere in ginocchio l’intero sistema portuale italiano: perciò, oltre agli organismi tecnici che sono già al lavoro in queste ore, è necessario che si esprima una larga volontà politica a difesa dei legittimi interessi nazionali".
"Non possiamo evitare di rilevare che la richiesta di chiarimenti è giunta in un momento particolare della situazione politica italiana e cioè - hanno spiegato le parlamentari dem - all’indomani di elezioni, in presenza di un Governo dimissionario e nel corso di consultazioni per la formazione del nuovo Governo, e che l’Italia avrebbe solo un mese di tempo per fornire gli opportuni chiarimenti. E al contempo, al di là del discutibile merito tecnico, dobbiamo anche evidenziare che il colpo verrebbe assestato proprio mentre si stanno dispiegando gli effetti della legge di riforma, che ha oggettivamente rilanciato il sistema portuale italiano e ha messo gli scali più dinamici del nostro Paese in diretta concorrenza con i porti del Nord Europa".