Per altro SCT già nel primo bimestre del 2018 registra una ulteriore crescita del 10%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, confermando la tendenza in atto. Con una media di 25 toccate alla settimana, il terminal del gruppo Gallozzi, viaggia in controtendenza nel panorama più complessivo della portualità del Mezzogiorno e quindi punta, prospezioni commerciali alla mano, ad una previsione di traffico del porto di Salerno destinata a superare il tetto storico dei 500.000 teu.
Nei primi giorni dell’anno il SCT ha aggiunto al suo schedule un nuovo servizio diretto con cadenza settimanale di Hamburg Sud – Maersk tra il porto di Salerno e gli scali marittimi caraibici dell’America Centrale, che consentirà in 17 giorni di collegare i porti di Cartagena (Colombia), Puerto Moin (Costa Rica) e Manzanillo (Panama), offrendo inoltre un transit-time velocissimo con l’Hub di Algeciras, per connettere l’export di Salerno con il net work globale della Linea.
Conclusa la prima fase di intervento ai fondali, con una profondità di circa 13 metri per una lunghezza di 320 metri all’ormeggio, cui seguirà una seconda fase - in dirittura di arrivo - con ulteriori approfondimenti, entro l’anno saranno completati i lavori di allargamento della imboccatura del porto, così da poter sfruttare appieno la possibilità di ormeggiare navi di ben maggiori dimensioni alle banchine del terminal, lunghe ciascuna 380 metri di lunghezza.
Con una forza lavoro diretta di 220 dipendenti, Salerno Container Terminal si prepara a mettere in servizio nei prossimi mesi la seconda gru di banchina Liebherr modello LHM 600 versione speciale HR. Parallelamente, entro quest’anno è previsto il raddoppio delle aree di SCT2, l’inland terminal, posizionato all’uscita di Castel San Giorgio sull’autostrada Salerno-Caserta-Roma, progettato come polmone del terminal portuale, non casualmente nell’epicentro geografico del distretto agro-alimentare, SCT2 è in grado di assicurare ulteriori margini di crescita alle aree del porto.