“frutto maturo di politiche sbagliate e suicide nel settore” rappresenti davvero un fatto inaccettabile. Secondo Longo “la totale incapacità della politica, ma anche di soggetti che dovrebbero rappresentare il mondo dell’autotrasporto, di comprendere i segnali che arrivano quotidianamente dalla strada si traduce in una reazione a catena ad alto rischio: gli autisti italiani, imprigionati anche in gabbie formative e obblighi difficilmente rispettabili, abbandonano il settore che diventa preda di autisti stranieri, sempre più spesso extra-comunitari con scarsissima qualificazione. Il tutto a spese dei livelli di sicurezza sulle strade e autostrade italiane. E i pochi autisti italiani che sono ancora in servizio, hanno una età media troppo alta”.
“Ora è emergenza – conclude Trasportounito – e i partiti che sono concentrati sulla loro campagna elettorale, dovrebbero avvertire la gravità dei pericoli e anche l’effetto paradosso fra i tassi di disoccupazione e l’incapacità di creare lavoro per imprese che vedono congelati nelle aree di sosta i mezzi e quindi gli investimenti che hanno attuato”.Trasportounito chiede quindi l’adozione di due misure non prorogabili:
1) l'eliminazione del corso obbligatorio per la prima acquisizione della CQC (Carta di Qualificazione del Conducente) cui sono soggetti i conducenti dopo che hanno acquisito la patente C o CE. Resta comunque l'esame per l'ottenimento della qualificazione CQC, ma in questo modo ai nuovi conducenti si eviterebbe un costo aggiuntivo di circa 2.500 euro, che costituisce una ulteriore barriera all'accesso a questa professione;
2) l'individuazione delle imprese-scuola, imprese cioè che, sulla base di determinati requisiti, possano provvedere all'addestramento dei giovani sugli autoarticolati, ottenendo una sgravio contributivo o incentivi di tipo fiscale per ciascun conducente formato.