A trainare l’attività globale sono il settore manifatturiero e gli investimenti (in rapido aumento), entrambi grandi attivatori di scambi globali. Rimangono molto favorevoli anche le condizioni finanziarie: salgono le Borse negli USA, in Europa e Asia; restano bassi i tassi, inclusi quelli sul BTP decennale, e lo spread con il Bund. Turbolenze potrebbero scaturire dall’accelerazione della normalizzazione monetaria o da shock geopolitici. Tuttavia, la BCE, visti inflazione bassa ed euro forte, resterà alla finestra per alcuni mesi; mentre la FED, dopo l’aumento del tasso a dicembre, è decisa a proseguire i rialzi con gradualità, data la disoccupazione ai minimi.
Il prezzo del petrolio è balzato a gennaio per una serie di fattori; è insieme termometro e redistributore della domanda, frenando negli avanzati quella domestica; verrà calmierato dall’estrazione di shale oil americano.
L’Italia partecipa al rinnovato slancio dell’economia globale, attraverso l’ottima perfomance dell’export e degli investimenti. Il buon avvio nel nuovo anno controbilancia il minor trascinamento dal 2017, dovuto alla dinamica sotto le attese della produzione industriale nel 4° trimestre. Restano positive anche le prospettive per l’occupazione ma sono contrastanti i segnali sull’irrobustimento dei consumi. Per consolidare la risalita italiana, che resta molto inferiore a quella europea, saranno decisive le scelte di politica economica dopo le elezioni.