Nel primo semestre dell’anno l’export passa da +2,9% del 2016 a +2,3% dei primi sei mesi. Alla performance dell’automotive (+43,1%), del ferrotranviario (+62,8%), della materie plastiche (+15,2%), dell’agricoltura (+12,9%) e della farmaceutica (+14,4%) fa riscontro infatti il calo dei prodotti della trasformazione alimentare (-3,3%), per anni la punta di diamante dell’economia campana, quelli dell’aerospazio (-7,6%), macchinari (-7,8%) ed elettronici (-21,9%).
Aumenta l’occupazione, ma nonostante un incremento del 3,2% resta ancora alta e chi entra nel mondo del lavoro lo fa essenzialmente con contratto a tempo determinato. Si espande però il credito alle imprese ed alle famiglie che beneficia del migliorato quadro congiunturale. “La crescita c’è ma la strada è ancora lunga perché parte da un livello molto basso, se si pensa che dall’inizio della crisi al 2105 la Campania ha perso il 15% del Pil, un dato superiore a quello registrato dal Paese e dallo stesso Mezzogiorno”, sottolinea Mistrulli. Eduardo Cagnazzi