Il volume ci restituisce l'immagine di un imperatore attento allo sviluppo che l'economia del mare può apportare allo Stato e con una straordinaria visione "logistica" che mette in connessione masserie e scali portuali "specializzati" in export alimentare.
I vecchi porti feudali, ormai in decadenza dopo la caduta dell`Impero Romano d'occidente vengono statalizzati con il ruolo di "far cassa" per l'Erario e il compito di gestirli, con un parallelismo che ricorda le funzioni delle Autorità Portuali, è affidato a Mastri Portolani e Notai. Nel libro troviamo interessanti spunti su embrionali forme di defiscalizzazione simili alle odierne "Zes" per incentivare gli investimenti del ceto mercantile veneziano e genovese nel Regno.
Federico riforma la vecchia politica fiscale normanna, incoraggiando gli arsenali a costruire nuove navi e creando nuovi mercati con Africa e Oriente musulmano. La figura illuminata dello Stupor Mundi ci sorprende ancora nell'epoca della globalizzazione dei traffici marittimi.