21 luglio 2017 - “Si faccia rapidamente chiarezza sul futuro del Gruppo FS italiane” E’ quanto chiede il Segretario Generale della Filt Cgil, Alessandro Rocchi, spiegando che “è uno dei temi strategici per lo sviluppo del Paese, in quanto tema di programmazione pubblica e di politica dei trasporti”.
“Abbiamo più volte espresso - sottolinea il dirigente della Filt - tutte le nostre riserve sull’effettiva utilità per l’economia nazionale della parziale quotazione in borsa del Gruppo. Qualora, come attualmente sembra, Governo e Parlamento dovessero decidere di procedere comunque nell’operazione, prediligiamo, tra le varie modalità possibili, quella indicata dal DPCM del dicembre 2015, tuttora vigente, che prevede la parziale quotazione dell’intero Gruppo, in blocco, con la sola esclusione degli asset riferiti all’infrastruttura ferroviaria, sulla quale sarà necessario definire la permanenza in capo a RFI delle attività che attualmente vi svolge (gestore infrastruttura, progettazione, esercizio, manutenzione, ecc).
Una modalità che salvaguarda l’unitarietà del Gruppo e la sua caratteristica industriale a struttura integrata”.
“Non comprendiamo invece - prosegue Rocchi - le ragioni della pervicace insistenza con cui il vertice aziendale persegue una modalità di riorganizzazione del Gruppo, in funzione della futura quotazione, che ignora le indicazioni del DPCM e che appare ancora assai incerta e confusa proprio sul piano organizzativo e dell’assetto societario complessivo, sul quale, da mesi, si evita un confronto serio ed approfondito con il Sindacato”.
Secondo il Segretario Generale della Filt infine “risulta peraltro inspiegabile il silenzio della proprietà, Ministero dell’Economia, e del dicastero responsabile di sorveglianza ed indirizzo, Ministero Infrastrutture e Trasporti, su un’operazione che si colloca al di fuori del DPCM”.