Infatti, in molte giurisdizioni non esistono organi specializzati per le controversie marittime e i giudici nazionali investiti di tali controversie possono quindi non avere una conoscenza specifica ed approfondita del settore e delle sue particolari regole operative. Il ricorso all’arbitrato consente invece alle parti di scegliere il giudicante in funzione della sua specifica esperienza e specializzazione, che lo rendono più idoneo a risolvere controversie con problematiche tecniche, contrattuali e normative del tutto particolari.
Gli arbitri sono in grado di tener conto in misura maggiore degli usi tipici del settore in cui operano le parti, con ragionevole certezza che i conseguenti lodi, anche se fondati soltanto sulla base delle ora indicate regole del commercio marittimo internazionale, saranno regolarmente attuati ed eseguiti nei vari ordinamenti statali in virtù delle rilevanti norme di diritto internazionale uniforme in tema di arbitrato. Sotto questo profilo l’arbitrato appare più idoneo a conseguire una “giustizia del caso concreto” aderente ai contenuti delle regole condivise dagli operatori commerciali.
Il testo ripercorre i case law più frequenti che possono dar luogo ad arbitrato marittimo ed è corredato da un'appendice nella quale è possibile acquisire familiarità con i formulari più comuni della prassi commerciale marittima internazionale e le clausole compromissorie utilizzate dagli operatori.
Il linguaggio utilizzato appare tecnico ma allo stesso tempo di facile lettura e rappresenta un agile strumento non solo per gli operatori del settore ma soprattutto una guida ad hoc per tutte le imprese coinvolte nella filiera per orientarsi sulle norme sostanziali e processuali che possono riguardare i traffici e assicurarsi una tutela più pregnante e specifica.