Come procede la creazione della banca dati sui container?
La finalità è raccogliere tutte le caratteristiche tecniche degli “scatoloni”, come ad esempio la tara, per metterli a disposizione di chi deve processarli e farne uso, a cominciare dalle autorità di controllo. Le operazioni sono iniziate nel luglio 2016 con un primo lotto di 250mila unità. Dopo un anno abbiamo classificato oltre 7,5 milioni di container a fronte di un parco circolante di 22 milioni per un totale di circa 36 milioni di Teu. Entro la fine dell’anno riteniamo di poter raggiungere quota dieci milioni e di completare il programma per la fine del 2018.
E dopo, ci sono altri progetti da completare?
Stiamo costruendo il database BIC Locodes, catalogo di tutti i codici compatibili relativi ai punti in cui i container sono scambiati, operati e riparati. Una volta completato la sinergia con il TDC permetterà a qualsiasi operatore di individuare senza errori il proprio container con tanto di aggiornamenti su localizzazione, tipo di equipment, destinazione. Le applicazioni pratiche sono infinite: dal monitoraggio dei flussi sulla circolazione da parte delle autorità competenti all’eliminazione dei viaggi con box vuoti da parte dei privati.
Giovanni Grande