E’ la previsione presentata lo scorso 9 maggio a Milano dalla Vice Presidente con delega all’internazionalizzazione di Confindustria, Licia Mattioli e dal Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Il mercato del BBF – nel quale le unità da diporto Made in Italy rientrano a pieno titolo – vede il potenziale dei mercati avanzati pari a tre volte quelli emergenti. Ciò è dovuto alla “ritrovata affinità tra l’offerta di prodotti di qualità e la ricettività della domanda nei mercati di riferimento, grazie alla ripresa dei redditi e dei consumi”.
Lo studio “Esportare la Dolce vita”, prevede una crescita annua media del PIL dei mercati avanzati dell’1,9% tra il 2016 e il 2020, “in progressiva accelerazione rispetto ai sei anni precedenti”, ma soprattutto assegna ai consumi un andamento superiore a quello del prodotto interno lordo. Il primo mercato di interesse per l’export rimane quello degli USA, che continuerà a rappresentare il principale sbocco per i prodotti BBF.
L’elemento più interessante è che, nonostante il posizionamento, i beni italiani hanno una quota ancora inferiore al loro potenziale. Come sottolineato da Alessandra Lanza di Prometeia, partner scientifico del Centro Studi di Confindustria, la nautica da diporto, esempio di eccellenza dell’export del made in Italy negli USA, potrà fungere da traino per molti altri settori. “Il prodotto barca – commenta Carla Demaria, Presidente di UCINA - è unico e rappresenta una vera e propria “vetrina mobile” in grado di veicolare nel mondo una grande varietà di prodotti del BBF, come il design e lo stile del made in Italy, la tecnologia, gli arredi, gli elementi tessili, e gli accessori. Leader in Europa e nel mondo, il settore della nautica made in Italy assume, perciò, un ruolo di rilievo strategico per la diffusione del Bello e Ben Fatto a livello globale”.