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Nave maltese detenuta dalla guardia costiera di napoli


9 febbraio 2016 - Gli uomini della Guardia Costiera di Napoli – Nucleo Port State Control, hanno emanato il provvedimento di fermo ai sensi della Direttiva 2013/38 della Comunità Europea recepita dall’ordinamento legislativo italiano con il D.Lgs 67 del 2015 a carico della nave portarinfuse denominata “ZAFER”. Il provvedimento di fermo emanato il 7 febbraio scorso, è stato adottato in quanto l’unità, successivamente ad un’attività di investigazione dettagliata risultava avere il generatore di emergenza in avaria, circostanza ancor più grave perché il Comandante della nave e l’equipaggio hanno volontariamente omesso di comunicare la grave avaria occorsa subito dopo la partenza dal porto di Ravenna.

 Tale avaria non era stata comunicata dal comando di bordo all'Autorità dello Stato di approdo in violazione dell'art. 17 del d.lgs. n. 196/2005 che prevede l'obbligo di comunicazione all'Autorità Marittima del porto di scalo in caso di difetti di apparati di bordo riguardanti la sicurezza della navigazione.

Inoltre durante le manovre di ormeggio si era verificata una sospetta anomalia al motore principale prontamente comunicata dai piloti del porto presenti a bordo. L’unità battente bandiera maltese, carica di coils, è stata infatti sottoposta a fermo a seguito dei controlli del "Nucleo Ispettivo Port State Control" di Napoli, nel corso dei quali venivano rilevate deficienze inerenti le carenze del sistema gestione della sicurezza (ISM Code = International Safety Management Code ovvero il Codice Internazionale per la Gestione della Sicurezza).

Il Nucleo PSC della Capitaneria di Porto di Napoli, guidato dall’Ammiraglio Arturo Faraone ha da sempre profuso notevoli sforzi nella lotta al fenomeno delle “carrette” del mare, ovvero navi sub-standard che, in difformità delle convenzioni internazionali, navigano con gravissimo rischio per la sicurezza della navigazione e dell’ambiente marino nonché per la sicurezza e per le condizioni di vita delle persone che sulle navi vivono e lavorano. Ad oggi, dall’inizio dell’anno, risultano tre le unità sottoposte a fermo in quanto riscontrate difformi a minimi standard di sicurezza previsti dalla citata normativa Internazionale.

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