29 dicembre 2016 - Si avvicina il primo gennaio e come di consueto, dopo i regali natalizi, arriva l’atteso aumento dei pedaggi autostradale. Atteso da chi? Da Gavio, Benetton, Toto e altri, ovvero i signori delle autostrade, che attraverso le loro richieste di incrementi tariffari continuano a prosciugare l’esigua liquidità di imprese e cittadini. Le più recenti analisi Aiscat ci riportano, nell’ultimo anno, un traffico dei mezzi pesanti in crescita e quindi sembra ancora più ingiustificato un rialzo che andrebbe a deprimere una tendenza positiva legata alla ripresa economica e allo scambio delle merci. “Oggi come negli anni scorsi - ha dichiarato Cinzia Franchini, Presidente nazionale dell’associazione degli autotrasportatori artigiani, CNA Fita - continuiamo a richiedere un congelamento degli aumenti richiesti dai concessionari che impatterebbero immediatamente nei conti economici delle imprese d’autotrasporto che sono la cinghia di distribuzione delle ripresa, seppur debole, del nostro paese. I concessionari hanno goduto nell’ultimo decennio, come ha più volte evidenziato la stessa Autorità dei Trasporti, di incrementi tariffari annuali che vanno oltre le medie economiche di altri settori e della stessa inflazione. Per esempio negli ultimi 13 anni, su A24 e A25, i pedaggi sono cresciuti del 187%. Un trattamento d’eccezione che sarebbe opportuno riservare a quelle aziende che ogni giorno affrontano il rischio d’impresa e non sono garantite da rassicuranti Concessioni di Stato. Da qui la richiesta al Ministro Delrio di non concedere nel 2017 nessun aumento delle tariffe a tutte le concessionarie autostradali”.