Tra luci e ombre, l’impresa ha trovato e trova ancora oggi espressione in tanti settori: dall’automotive al packaging, dall’agroalimentare all’elettromeccanica, dall’abbigliamento all’aerospazio. Anche in comparti diversi dal manifatturiero, come l’armamento, in cui Napoli in Italia ha un primato assoluto che sfida i secoli. Un’impresa che si rinnova, come attesta il gran numero di start up. Presidia, insieme a università e centri di ricerca, anche le tecnologie avanzate, tanto da riuscire ad attrarre l’attenzione di un gigante tecnologico come Apple.
C’è un patrimonio da salvaguardare e valorizzare. L’Unione Industriali ha da tempo indicato le priorità d’intervento. Dal rilancio dell’industria manifatturiera, allo sviluppo di turismo e cultura, alla rigenerazione urbana di aree industriali dismesse. Per conseguire questi obiettivi occorre rendere il territorio attrattivo. Capace di calamitare investimenti internazionali. Per recuperare il divario economico e sociale, aggravato da una crisi non ancora superata, superando uno stato di crescente disagio sociale, c’è bisogno di un impegno, ampio, corale, determinato, capace di includere tutte le energie positive presenti nell’area.
Un fronte unico, che riesca a porre le condizioni di una forte coesione e che utilizzi la grande opportunità dell’innovazione tecnologica per far compiere un salto di qualità al livello di vivibilità sociale e di agibilità imprenditoriale dell’area. L’Unione, già legata all’Università Federico II da un protocollo d’intesa, anche alla luce di quanto richiesto dal Piano Industria 4.0, promuoverà un'iniziativa di collaborazione operativa con l’Ateneo per offrire alle imprese del territorio ogni possibile sostegno per favorire investimenti mirati in innovazione e raggiungere i livelli di competitività necessari al loro successo sui mercati.
Ma occorre anche un Patto strategico con le Istituzioni locali e con il Governo centrale. E’ un presupposto per ripristinare quella catena dell’affidabilità, che richiama capitali e investimenti. Napoli, in tal senso, può diventare Laboratorio di una nuova - più responsabile e lungimirante - modalità di pianificare e creare sviluppo. Potenziando e ottimizzando la logistica, i trasporti e l’intermodalità, le reti energetiche, le piattaforme tecnologiche. Le potenzialità non mancano.