5 novembre 2016 - Il 3 novembre a Roma è stato presentato il rapporto del Centro Studi Confindustria “I nuovi volti della Globalizzazione. Alla radice delle diverse performance delle imprese'“ da cui emerge che l'Italia "arranca" e fatica a ripartire, con una quota del manifatturiero che si è dimezzata rispetto al livello pre-crisi, ma superiore a quelle di Regno Unito e Francia. Nonostante ciò il nostro Paese resta comunque secondo in Europa, dopo la Germania, e settimo nel mondo (nel 2015 era ottavo), con una quota del 2,3%, seppure quasi dimezzata rispetto al 2007. Invece è nono nell'export dei manufatti, ottavo se si mette in conto il recente deprezzamento della sterlina, che riduce il valore esterno delle merci britanniche.
Lo studio traccia più in generale un rallentamento dell'ascesa degli emergenti, "in termini di velocità di crescita del valore aggiunto manifatturiero, che comunque resta elevata, e di consolidamento del primato cinese (28,6% la quota sul totale mondiale del 2015, dal 22,8% nel 2012 e dal 6,8% nel 2000)". Dall'altro lato si sottolinea "la ripresa dell'attività industriale negli avanzati, soprattutto in Usa e Germania".