Ad oggi, infatti, sono migliaia coloro che lavorano come marittimi e trovano sempre maggiore difficoltà a vedere rinnovati i loro certificati di competenza. L’Italia ha adottato norme di recepimento della Convenzione internazionale che regola il lavoro marittimo ben più restrittive di quelle di molti altri Paesi europei, il che ha determinato una fuga di lavoratori verso l’estero (ben 5 ogni giorno), in particolare verso la Gran Bretagna. UCINA e il Coordinamento Nazionale Marittimi “3 Febbraio” hanno ribadito la necessità di rivedere e interpretare le norme nazionali sui titoli professionali a vantaggio dei lavoratori del mare italiani allineando i requisiti richiesti ai criteri applicati da inglesi, francesi, spagnoli, greci, maltesi e croati.
Il mancato aggiornamento della normativa internazionale si traduce anche in un grave danno occupazionale che si riflette sull’intera economia del settore: un comandante italiano, infatti, molto spesso si traduce in un equipaggio italiano, nella scelta di un porto base e di un cantiere di manutenzione nazionali. Ad oggi, tutte risorse che al contrario vanno all’estero.
“In questi anni l’Italia ha vessato i lavoratori marittimi e posto alcuni di loro fuori dal mercato del lavoro, a tutto vantaggio dei titoli professionali inglesi, applicando in maniera unilaterale e restrittiva le clausole della Convenzione internazionale STCW* che regola il lavoro in mare”, spiega Luigi Scotto, Coordinatore dei marittimi.
“Per la prima volta abbiamo incontrato il Ministro e ringrazio UCINA per aver creato questa opportunità”.
“Molti marittimi italiani, anche del diporto, hanno perso e perderanno la propria abilitazione, dopo aver perso il proprio grado già nel 2007” - aggiunge Maurizio Balducci, vice presidente UCINA – “per questo la nostra Associazione appoggia la richiesta che i decreti attuativi e le disposizioni della Direzione del Trasporto marittimo allineino l’Italia ai criteri di applicazione della Convenzione internazionale data dalla maggior parte dei Paesi europei, con l’adeguamento ai soli requisiti indicati dal testo originale per i rilasci e i rinnovi dei certificati professionali”.Il nodo principale è la mancata applicazione in Italia delle norme transitorie previste dalla stessa Convenzione internazionale, da cui discendono gravi conseguenze per i nostri occupati. odice STCW che entreranno in vigore nel 2017.