29 novembre 2016 - Porti, attività di logistica e shipping sono dei fattori fondamentali per l'economia odierna. In questo scenario un ruolo di grande rilevanza è detenuto dal Mediterraneo, che continua a consolidare la sua centralità, registrando una crescita del traffico navale di merci di oltre il 124% nel periodo 2000-2015. Quasi 2 miliardi di tonnellate di merci transitano per i porti di quest'area geografica. I primi 30 hanno movimentato nel 2015, 47,8 milioni di TEUs, mentre nel 1995 erano 9,1 milioni. Questo uno dei temi trattati ieri al convegno
“Gli Ingegneri in Europa. Il ruolo strategico dei porti per lo sviluppo del mediterraneo”, organizzato a Civitavecchia dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma in collaborazione con l' Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.
Il Mediterraneo è anche il luogo di transito dei croceristi, circa 26 milioni l'anno, di cui 11 milioni in Italia con Civitavecchia capofila tra gli scali portuali, che producono un impatto economico quantificabile in 4,57 miliardi di euro di ricchezza prodotta (impatto diretto), 102.867 posti di lavoro, a cui corrispondono 3,1 miliardi di euro di retribuzioni. In più il 55% della flotta mondiale di yacht di dimensione superiore a 30 metri sceglie un porto del Mediterraneo come porto di stazionamento e nella stagione si raggiungono punte pari all’81% della flotta.
Per quanto riguarda l'Italia l'indotto generato dal passaggio e dalla sosta di grandi yacht è di 2,1 miliardi di euro, con una stima di 374 milioni per turismo (spese ospiti e crew) pari al 17,58% della spesa totale.
Nell'ottica dello sviluppo economico i porti devono essere intesi come un dei centri di attività economiche complesse, interconnessi con il sistema produttivo e con la logistica del trasporto terrestre.
I porti, che in Italia stanno per vivere una riforma interna data dal decreto governativo “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali” che ha come obiettivo quello di creare più occupazione e sviluppo economico tramite diverse azioni di semplificazione, devono essere considerati come dei centri di servizi e non solo come dei punti di transito, inserendoli in un tessuto economico complessivo sia a livello nazionale sia a livello internazionale.
“I porti sono un ecosistema unico per diversità di interessi e attività. Rappresentano un luogo d'elezione per il lavoro degli ingegneri, che per competenza e formazione sono capaci di ideare, pianificare, progettare e gestire processi e servizi eterogenei e innovativi in ambito di infrastrutture civili”- afferma Carla Cappiello, Presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. “Gli ingegneri sanno valutare gli aspetti connessi al soddisfacimento della domanda di mobilità e ai costi di costruzione e sanno comprendere le principali questioni relative alla progettazione ed alla gestione delle infrastrutture ferroviarie ed aeroportuali, nonché alla loro sicurezza”.