Quando venne varato nel 1911 presso i cantieri Lühring di Brake, in Germania, si chiamava Meta ed era uno scafo in ferro chiodato lungo 30 metri, largo 7 metri, armato a goletta a gabbiole. Bottino di guerra ai francesi nel 1920, già nel 1923 arriva in Italia, dove viene adibito al trasporto di talco dalla Sardegna a Livorno. Negli Anni Cinquanta subisce lo smantellamento dell’armo velico e la trasformazione a motonave.
Dal 1953, con il nome di Onice, trasporta merci tra l’isola siciliana di Pantelleria e la terraferma. Nel 1998 l’unità viene messa in disarmo e abbandonata in un angolo del porto. Nel 2016, per salvarla dalla demolizione, un gruppo di entusiasti investitori italo-austriaco-tedesco acquista l’ex-veliero. Sono essenzialmente due i motivi che hanno spinto il team Brigantes a realizzare un cargo merci a vela.
Il primo è il desiderio di far rivivere un mondo ormai dimenticato, dove la navigazione sarà vissuta diversamente dall’idea del diportismo e nella quale prevarrà il contatto con l’arte marinaresca intesa come elemento funzionale e non come materia da museo. Il secondo è la voglia di fare parte di quel numero crescente di persone che vogliono cambiare le cose e che credono in un futuro sostenibile, fatto di prodotti sani, di equo-solidarietà e di economia responsabile. Un concetto economico inusuale, intrigante e autentico.