Questo è uno dei principali progetti per il rilancio dello scalo marittimo che La Spezia Port Service, ovvero la community portuale spezzina, sta mettendo a punto per impedire che i primi segnali di stagnazione in atto, si trasformino in prodromi di una recessione e specialmente di distruzione di quel modello di coesione fra Autorità portuale, l’operatore concessionario del terminal e le professioni del porto che hanno determinato per oltre vent’anni il successo unico dello scalo del levante ligure.
“Il blocco del dragaggio dei fondali al Molo Fornelli, in conseguenza di una inchiesta giudiziaria, ma anche e specialmente i conflitti e le problematiche anche comunitarie connesse con i Corridoi doganali - afferma La Spezia Port Service - nonché le preoccupazioni per un cambiamento di mission del maggiore concessionario portuale (cambiamento in queste ore confermato direttamente in un comunicato stampa del gruppo Contship), hanno spinto gli operatori a compattarsi sulla necessità di varare una nuova idea di porto”.
“Sono maturate due consapevolezze: da un lato, che il porto non possa essere un puro centro di transito di container, ma debba lasciare ricadute sul territorio; dall’altro, che il modello di porto mono-culturale, nella prospettiva dell’integrazione con Carrara va ripensato”.
“E’ quindi necessario oggi un approfondimento che miri a valorizzare le opportunità territoriali che la riforma ci offre e tutto ciò dovrà rappresentare il primo compito della nuova Autorità di sistema portuale”.