A questi traguardi punta il Piano Industriale 2017 – 2026 di FS, facendo leva su cinque pilastri strategici: mobilità integrata anche con un coinvolgimento di tutti gli operatori del settore; logistica integrata, con una radicale riorganizzazione del comparto merci; integrazione fra le infrastrutture sia ferroviarie sia stradali; sviluppo internazionale e digitalizzazione, come fattore abilitante di tutto il Piano.
I dettagli delle nuove linee strategiche di FS Italiane sono stati presentati oggi a Roma, nella stazione Tiburtina, dall’amministratore delegato Renato Mazzoncini, assieme alla presidente Gioia Ghezzi, a istituzioni, analisti, comunità economico-finanziaria e media.
Alla presentazione hanno assistito il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Con il nuovo piano strategico, il Gruppo FS Italiane si conferma come prima azienda per investimenti in Italia: 94 miliardi su un periodo di 10 anni.
Un orizzonte temporale ampio, necessario per i grandi progetti infrastrutturali previsti ma anche per la trasformazione radicale delle attuali Ferrovie Italiane, destinate a diventare sempre di più un’azienda della mobilità integrata e globale. Sono 73 i miliardi di euro per le infrastrutture, 14 i miliardi per il materiale rotabile e 7 quelli previsti per lo sviluppo tecnologico. Più della metà delle risorse sono già disponibili, ben 58 miliardi, di cui 23 in autofinanziamento e 35 già stanziati nei Contratti di Programma.
Il nuovo corso vede FS diventare anche porta d’accesso all’ecosistema della mobilità, in un’ottica integrata e di coopetition che raccoglie tutti gli attori e le modalità di trasporto: oltre al treno, anche i bus, senza dimenticare i servizi pooling e sharing.
Una trasformazione necessaria, resa possibile dalla centralità del sistema ferroviario unita alla lunga esperienza e al know how di FS, forte dei suoi 111 anni di storia. Il nuovo Piano Industriale di Gruppo stima la crescita dei ricavi dai 9 miliardi previsti a fine 2016 fino ai 17,6 miliardi nel 2026 e un EBIDTA che in 10 anni punta a crescere da 2,3 a 4,6 miliardi.