Ieri, nel corso del convegno “La Spezia lancia la sfida ferroviaria”, è stato di fatto lanciato il progetto in base al quale, l’Autorità portuale della Spezia farà dello scalo marittimo ligure, per oltre trent’anni porto pilota in Italia nello smistamento dei container utilizzando il mezzo ferroviario (piú del 35% di essi sono avviati a destinazione finale su binari, contro una media della portualità nazionale che si aggira attorno all’8%), un porto laboratorio. Cosa significa?
“L’esperienza accumulata in questi anni e la collaborazione con gli operatori logistici e ferroviari, - afferma Lorenzo Forcieri, presidente dell’Autorità Portuale della Spezia - fa oggi del porto della Spezia un esempio di positiva integrazione tra mare e ferro nel quadro del Piano Strategico Nazionale della portualità e della Logistica. In quest’ottica, non si tratta neppure di un’autocandidatura, quanto di una missione di servizio: a partire da oggi i tecnici e operatori del porto e quelli del comparto ferroviario si impegneranno a mettere nero su bianco gli elementi che hanno composto la formula vincente della Spezia per pervenire ad una sorta di guida operativa al servizio del sistema logistico nazionale, anche nell’ottica dei corridoio ferroviari europei”.
Forcieri ha quindi illustrato i fattori su cui si è mossa La Spezia, in particolare sul fronte delle infrastrutture, della information technology e della governance. Nulla di teorico, dunque, bensì un contributo concreto che consenta a tutto il sistema logistico nazionale, oggetto oggi di un globale ripensamento e della messa a punto, per la prima volta, di un piano di integrazione reale fra trasporti marittimi e logistica di terra, di porre in atto “best practices” in termini di efficienza, ma specialmente di sostenibilità.