L’accostamento dei due termini è effettuato da tempo anche con altre strutture fuorilegge o criminose. È ancora nella memoria di tutti come, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, ad Al Qaeda la definizione di “franchising del terrore” sia stata coniata e oggi trasferita all’Isis con il “franchising del terrorismo”. Oltre ad una palese infondatezza tecnica, si tratta anche di un accostamento improprio e, non raramente, abusato per ampliare l’“effetto giornalistico” di una qualche notizia, fino ad arrivare anche ad un abbinamento di natura politica, come, per i partiti talvolta definiti “partiti in franchising”.
L’accostamento a strutture terroristiche/criminose non può più costituire una semplificazione giornalistica in quanto poco rispettosa di un settore ove si opera con livelli di serietà, professionalità e, soprattutto, legalità assolutamente non paragonabili o accostabili a niente di illegale. Tutti gli operatori sono invitati a sostenere questa campagna di tutela di immagine collettiva per un settore che all’economia nazionale e internazionale contribuisce moltissimo.