Il Corpo Piloti del Porto di Napoli, dal 1 gennaio 2016, ha esteso le proprie competenze anche al traffico marittimo dei porti di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, diventando così il Corpo Piloti del Golfo di Napoli. Un maggior raggio di azione, dunque, per questi “controllori del mare” che da qualche mese affrontano nuove sfide e nuove responsabilità.
La tavola rotonda di ieri, seppure celebri i 150 anni di attività della corporazione originaria, è stata la prima occasione per delineare prospettive e futuro di questo nuovo assetto organizzativo e territoriale. Ha introdotto i lavori del convegno Luigi Lucenteforte, Capo Pilota Corporazione Piloti del Golfo di Napoli, che nel corso del suo intervento, si è soffermato soprattutto sul tema della sicurezza, ponendo “l’attenzione su uno stralcio di una recente sentenza, in virtù della quale si mettono in rilievo gli aspetti fondamentali del pilotaggio. Come affermato dalla recente giurisprudenza, il servizio di pilotaggio va inteso come attività espletata a beneficio della sicurezza del Porto nel suo complesso, oltre che come ausilio alle attività di conduzione e manovra del singolo comandante di imbarcazione. E’ evidente che il comandante esperto e l’equipaggio che lo coadiuva possono essere perfettamente in grado di condurre nel porto l’imbarcazione, specie quando si tratta di rotte e manovre che vengono eseguite continuativamente, anche più volte al giorno. Tuttavia, non può essere sottaciuto il rilievo secondo il quale le esigenze di sicura navigazione ed approdo sorgano non solo (e non tanto) per effetto della possibile inesperienza o insufficiente conoscenza dei luoghi da parte del comandante, quanto in ragione del fatto che nella ristretta area marittima interessata sono contestualmente presenti diverse imbarcazioni in manovra, con rotte incrociate, i cui movimenti e posizioni devono essere necessariamente coordinati dalla stazione dei piloti, onde evitare il verificarsi di quelle accidentali collisioni che recenti fatti di cronaca hanno dimostrato essere sempre possibili. Alla luce di tale primaria esigenza ovvero quella inerente alla sicurezza, il servizio di pilotaggio non potrebbe essere svolto in proprio da ogni armatore, a beneficio esclusivo delle sue navi, in quanto i singoli conducenti, ancorché tecnicamente capaci ed esperti, non potrebbero avere quella visione d’insieme del traffico portuale necessaria a gestire le operazioni in totale sicurezza. Sicurezza che, per contro, viene garantita solo da una regìa unitaria che coordini gli interventi dei vari piloti presenti, in un determinato momento, nel porto”.