Nella prospettiva di una accelerazione della riforma portuale e quindi delle scelte di governance dei porti, e nel caso di un avvicendamento obbligato nei maggiori porti, è questo in sintesi l’identikit per il presidente della nuova Autorità portuale di sistema che la community portuale attraverso La Spezia Port Service lancia oggi con l’obiettivo preciso di scongiurare in anticipo, se ve ne fosse la volontà, derive lottizzatorie/politiche che “il porto, per le sue caratteristiche originali, per la sua storia di successo e per la sua capacità di cogliere in anticipo le trasformazioni dei mercati, non si può permettere”.
Se si porrà in tempi tutti da valutare il problema di un avvicendamento al vertice dell’AP e quindi di una nomina per l’Autorità di sistema, la qualità della scelta e i criteri che a questa scelta presiederanno, diventano strategicamente determinanti per il futuro del porto.
Se l’integrazione di Marina di Carrara non sembra suscitare particolari preoccupazioni, i nodi che il nuovo presidente sarà chiamato a sciogliere a La Spezia sono molteplici e tutti determinanti. Il porto è chiamato a ridefinire la sua mission strategica nei container, ma anche a fissare le linee guida per il suo sviluppo in altri settori, come quello delle rinfuse, dei ferries/autostrade del mare, delle crociere e della nautica da diporto.