Oltre agli sforzi già rilevati e in corso a livello europeo, gli orientamenti si concentrano sulle riforme prioritarie per rafforzare la ripresa delle economie degli Stati membri tramite il rilancio degli investimenti, la realizzazione di riforme strutturali e il perseguimento della responsabilità di bilancio. Le raccomandazioni specifiche per paese riflettono anche gli sforzi della Commissione per rendere più efficace e pertinente il semestre europeo per la governance economica.
Quest’anno la Commissione ha proposto un numero minore di raccomandazioni concentrate sulle principali priorità economiche e sociali identificate nella sua analisi annuale della crescita 2016. Per rafforzare la titolarità nazionale, ha concesso più tempo e maggiori opportunità per avviare un dialogo e comunicare con gli Stati membri e le parti interessate a tutti i livelli. Ha anche posto maggiore attenzione sulle sfide della zona euro e sull’interdipendenza tra le economie, in linea con le raccomandazioni convenute per la politica economica della zona euro.
Il Vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, ha dichiarato: “Il pacchetto economico presentato oggi pone un maggiore accento sulle riforme strutturali necessarie per rafforzare la ripresa economica dell’UE, ridurre gli ostacoli alla crescita e sostenere l’occupazione. La modernizzazione del mercato del lavoro, dei mercati del prodotto e dei servizi e la semplificazione delle attività imprenditoriali, ad esempio tramite la riforma dell’amministrazione pubblica e sistemi fiscali più equi ed efficienti, consentirebbero di creare più posti di lavoro e maggiori opportunità di investimento nell’UE. A livello di bilancio, si prevede che, grazie anche all’attuale ripresa, il disavanzo aggregato nella zona euro scenderà all’1,9% quest’anno, dal picco del 6,1% nel 2010.
L’orientamento della politica di bilancio nella zona euro dovrebbe essere leggermente espansionistico quest’anno. Una serie di paesi dovrà tuttavia compiere ulteriori sforzi, soprattutto laddove l’elevato livello del debito pubblico continua a rallentare la crescita e a costituire una fonte di vulnerabilità.”