Occorre specificare che trattasi di una proposta originariamente indicata come “seconda fase”, cioè, una regolamentazione da attuare dopo aver adeguato (o contestualmente adeguato) la normativa specifica sul franchising ritenuta, da IREF Italia, prioritaria (criterio originariamente condiviso dalla stessa Senatrice, come dalla stessa dichiarato agli organi di stampa).
Dopo una prima elaborazione, la proposta di riforma del franchising è ancora sottoposta a specifiche analisi e valutazioni, pur fermo l’unico obiettivo del complesso delle proposte formulate che era ed è quello di avere regole uniche, salvo specifiche peculiarità, per tutte le forme di “reti commerciali”. Lo stand by di oltre un anno subito dalla proposta di riforma del franchising ha portato la Senatrice ad effettuare questa scelta anticipando la riforma delle reti commerciali.
L’obiettivo finale, che costituisce l’unica esigenza individuata in collaborazione con gli organismi che hanno accettato di partecipare a questo processo, è quello di fornire una maggiore trasparenza e un maggiore e più dettagliato flusso di informazioni a favore di e per tutti gli attori di tale mercato.
Una tutela al settore, quindi, a favore di tutti. E’ proprio il confronto con le citate normative e la presa d’atto dei concetti espressi dalla autorevole AGCM, che esprimono questa esigenza e il mercato italiano, che sta maturando molto velocemente, ha, appunto, necessità di aggiornarsi e anche tutelarsi. Un concetto che dovrebbe essere maggiormente preso in considerazione dagli operatori del settore che hanno piena conoscenza di specifiche situazioni presenti sul mercato che apportano danno a tutti e non solo di immagine.