Questo il titolo della tavola rotonda che si svolgerà venerdì 1 aprile alle ore 15.30 presso la Fondazione Zoé, a Vicenza. Aprirà i lavori il Commissario dell’Autorità Portuale di Trieste, Zeno D’Agostino. A seguire le testimonianze degli operatori triestini: Fabrizio Zerbini, presidente Trieste Marine Terminal; Francesco S. Parisi, presidente Francesco Parisi Casa di Spedizioni; Paolo Nassimbeni, project Cargo e Logistic manager, Samer & Co. Shipping. In conclusione gli interventi di Manuel Scortegagna, amministratore unico della Scortrans e Roberto Tosetto, direttore dell’Interporto Padova. Moderatore dell’incontro sarà Alessandro Zuin, giornalista del Corriere del Veneto.
L’evento è stato organizzato con l’obiettivo di presentare le opportunità di sviluppo che può offrire lo scalo giuliano all’imprenditoria del Nord-Est. 4
“I porti si promuovono girando il mondo - ha affermato il Commissario D’Agostino - ma non sempre sono radicati al territorio. Parlare di porti non vuol dire parlare solo di mare, ma soprattutto di terra. Integrare il porto con le piattaforme retroportuali significa integrare il porto con il territorio e le sue realtà produttive.
Solo ancorando i porti al territorio avremo modo di unire mare e terra. Saremo partner di Città Impresa perché desideriamo creare maggior dialogo con l’industria e le imprese per le quali possiamo diventare un punto di riferimento. Soprattutto saremo a Vicenza perché ci vogliamo interrogare su quale ruolo possono avere i porti per il territorio, su quale sia la loro funzione a supporto dell'economia locale”.
Trieste è un porto che sta puntando molto sullo sviluppo dell’intermodalità. Dallo scalo giuliano partono più di 400 treni al mese diretti non solo verso il centro Europa, ma anche verso il Nord Italia, Nord-Est compreso. Nel primo bimestre 2016 il traffico ferroviario è aumentato del 30%, con buone previsioni di crescita. Punto franco, servizi intermodali e una rinnovata capacità manifatturiera sono dunque gli asset di riferimento per D’Agostino.
“Fino agli anni Ottanta – ha concluso il Commissario - il porto di Trieste conservava al proprio interno attività di manifattura, che sono poi venute meno progressivamente con gli anni Novanta. Ora, mutate le condizioni economiche, e considerato il fatto che lo scambio di merci extraeuropee è la norma, siamo pronti a riproporre un modello non solo funzionale e conveniente, ma anche capace di sostenere lo sviluppo dell'intero territorio, con un posizionamento strategico per quanto riguarda i mercati comunitari”.