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Container, convivenza fra sviluppo, gigantismo e territorio


12 marzo 2016-03-11 - Pubblico e privato e loro propensione al cambiamento. Sviluppo e ambiente. Crescita dei traffici e contropartite al territorio e a chi lavora nei porti e vicino ai porti. E’ su queste apparenti contrapposizioni e sulla capacità di limitarne l’impatto, che si gioca il futuro del sistema portuale e del sistema logistico italiano.

 Questa l’indicazione di fondo che è scaturita gi a La Spezia dal convegno Il Valore del porto, voluto e realizzato dal La Spezia Port Service, ovvero dalla community degli operatori portuali (agenti marittimi, spedizionieri e spedizionieri doganali) nel tentativo, di successo, di tracciare una nuova via di sviluppo del porto di La Spezia, chiamato a gestire, generando economia e occupazione, l’impatto di traffici container che – anche con l’avvento delle navi giganti – sono destinati comunque a imporre oneri al territorio e alle comunità costiere.

 In un quadro internazionale caratterizzato da una vera e propria rivoluzione del mercato logistico e portuale, e con flussi logistici della merce che in modo sempre piú esasperato – come emerso dalla relazione di Francesco Parola, dell’Università di Genova – tendono a radicarsi solo ed esclusivamente dove le condizioni infrastrutturali, burocratiche e operative, lo rendono conveniente, la proposta degli operatori privati spezzini ha avuto l’effetto di un vero e proprio sasso nello stagno.

 Anche in quello della riforma portuale – criticata da Giorgia Bucchioni a nome del La Spezia Port Service. Riforma, le cui possibili modifiche sono state evidenziate da Luigi Merlo, neo consigliere del ministro dei Trasporti, rispetto ai cui contenuti ha espresso non poche perplessità anche l’assessore della Regione Liguria, Edoardo Rixi. Tutte le categorie – come ribadito da Michele Pappalardo (Federagenti) e da Roberto Alberti (Fedespedi) sono impegnate sulla linea del fronte del cambiamento.

E anche se l’amministratore delegato del La Spezia Container Terminal, Michele Giromini, ha sostenuto la necessità di “pensare positivo”, i problemi in attesa di risposta per fare del sistema logistico Italia (254.000 occupati, come ribadito da Nereo Marcucci, presidente di Confetra) sembrano ancora tanti e complessi, nonostante anche i passi in avanti compiuti dal pubblico ed evidenziati (nel caso delle Dogane) dal presidente di Anasped, Massimo De Gregori.

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