Questi i dati forniti da Assogasliquidi, l’associazione di Federchimica che rappresenta le imprese del comparto distribuzione gas liquefatti (GPL e GNL) per uso combustione e autotrazione, diffusi in occasione del workshop “Ruolo e prospettive del GPL nel mercato della climatizzazione residenziale”, tenutosi questa mattina a Milano presso la 40esima Mostra Convegno Expocomfort.
Il dibattito - organizzato da Assogasliquidi in collaborazione con Ref-e, che ha visto la partecipazioni di rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e delle associazioni di categoria Assistal, CNA e Confartigianato – è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione del mercato, sui suoi punti di forza così come sugli scenari di sviluppo futuri.
E’ stato ribadito infatti che ad oggi il GPL è una fonte di energia anzitutto ecologica, comparata agli altri combustibili fossili e in particolare alle biomasse, anche in considerazione dell’elevato potere calorifico, disponibile, la grande disponibilità e la facilità di distribuzione permettono un’eccletticità di utilizzo, e soprattutto sicura.
Gli ultimi studi di Enea e Ministero della Salute dedicati agli impatti energetici ambientali e sanitari dei combustibili nel settore residenziale hanno dimostrato infatti che in Italia, negli ultimi anni, si è riscontrato un aumento della presenza del particolato atmosferico associato alla combustione da biomassa per riscaldamento domestico, con effetti negativi per la qualità dell’aria e la salute umana.
Tutti gli scenari energetici considerati da Enea mostrano poi che le emissioni complessive di inquinanti, come il particolato primario, si riducono al 2030 per effetto del miglioramento delle tecnologie adottate, ma le riduzioni sono minori laddove si ha un aumento dell’utilizzo di biomassa nel settore residenziale.
Per questo motivo, anche alla luce della recente emergenza smog che produce ogni anno circa 30 mila decessi secondo uno studio del Ministero della Salute (progetto VIIAS), sarebbe indispensabile l’adozione di un sistema di incentivazione legato all’uso di piccoli impianti a biomasse solo con standard emissivi stringenti oppure misure atte sia a scoraggiare, nel residenziale, l’uso delle biomasse a tecnologie tradizionale sia a sostituire camini e stufe attraverso la produzione di calore da altre fonti rinnovabili (elettriche o termiche) o con tecnologie a gas.