Per l'UE invece si prevede che la crescita economica rimanga stabile all'1,9% quest'anno, portandosi al 2,0% l'anno prossimo. Alcuni dei fattori che sostengono la crescita dovrebbero risultare più forti e più duraturi di quanto previsto in precedenza.
Si tratta ad esempio dei bassi prezzi del petrolio, delle condizioni di finanziamento favorevoli e del basso tasso di cambio dell'euro. Allo stesso tempo però aumentano i rischi per l'economia e si affacciano nuove sfide: la crescita più lenta della Cina e di altre economie di mercato emergenti, la debolezza del commercio mondiale nonché le incertezze in ambito geopolitico e strategico.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale, ha dichiarato: "In Europa prosegue la ripresa, e la crescita è sostanzialmente in linea con le nostre ultime previsioni di autunno. Dobbiamo però mantenere alta l'attenzione: la crescita moderata che caratterizza l'Europa si trova ad affrontare un numero crescente di ostacoli, dal rallentamento della crescita nei mercati emergenti, come la Cina, alla debolezza del commercio mondiale, oltre alle tensioni geopolitiche nel vicinato europeo. È importante proseguire con le riforme strutturali che possono favorire la crescita delle nostre economie mettendole al riparo da shock futuri e offrire maggiori opportunità di lavoro ai nostri cittadini."
Pierre Moscovici,Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "Quest'inverno l'economia europea sta fronteggiando con successo nuove sfide, grazie anche al tasso di cambio dell'euro e alla discesa del prezzo del petrolio e dei tassi di interesse. Tuttavia la debolezza della congiuntura internazionale costituisce un rischio: per questo è necessario essere estremamente vigili. Dobbiamo impegnarci ulteriormente per rafforzare gli investimenti, aumentare la nostra competitività in maniera intelligente e completare il lavoro di risanamento delle finanze pubbliche."