Devo pensare che questi elementi di efficienza non siano stati considerati nella scelta politica degli accorpamenti. Accorpamenti che a mio parere non servono a nulla, poiché La portualità italiana non ha bisogno di poche autorità portuali ma di buone autorità portuali e Salerno ne è un esempio; gli accorpamenti danno semplicemente quella accattivante visione demagogica di spendig review.
L'accorpamento di Salerno a Napoli è una sconfitta non solo per Salerno, ma per l'intera Campania che si vedrà indebolita sul fronte mare; saranno indebolite le imprese che si servono del nostro scalo e le economie che esse generano nell'internazionalizzazione delle loro merci. Sono molto preoccupato dalla governance delle future AP, in cui la sola componente politica dovrà risolvere problematiche complesse dei porti senza averne la necessaria professionalità e competenza.
Il peso che avranno le direzioni portuali saranno nulle ed è impensabile che Napoli debba decidere il futuro del porto di Salerno. Non viviamo in un paese meritocratico; se così fosse stato Salerno non sarebbe stata accorpata ma, al massimo, avrebbe dovuto accorpare.
Di per sé la legge 84/94, che attualmente regola i porti non è una cattiva legge ed avrebbe avuto bisogno di una ottima manutenzione per la risoluzione degli unici reali della portualità italiana: semplificazioni e tempi certi per l’approvazione delle opere infrastrutturali, di dragaggio portuale, dei piani regolatori portuali, nonché indipendenza nella gestione delle risorse finanziare generate dai porti. Mi auguro che almeno questi aspetti vengano realmente risolti dalla riforma”.
Giuseppe Amoruso
Presidente Assamar - Salerno