Gli esercizi non specializzati di vendita al dettaglio hanno raggiunto, a fine novembre 2015, le 533 unità. Allargando lo sguardo al commercio non tradizionale, cioè al di fuori dei negozi, banchi e mercati, l'approfondimento dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia evidenzia un incremento del 4,5% di questa tipologia di imprese e raggiungono così le 234 unità. L’aumento è dovuto principalmente alla crescita delle aziende che utilizzano internet come canale di vendita (che passano dalle 126 del 2014 alle attuali 137) e quelle che effettuano le vendite porta a porta (42 a novembre 2015).
Relativamente al commercio di vicinato, rimane sostanzialmente invariata, con 894 unità e solo 3 imprese in meno in undici mesi, la consistenza di "bancarelle" presenti in provincia di Reggio Emilia, dato che pare sottolineare una cresciuta propensione dei reggiani ad acquistare a prezzi contenuti prodotti tessili, di abbigliamento e calzature (sono 344 gli ambulanti del settore, con un incremento del 3,6% dall'inizio del 2015), ma anche di bigiotteria e chincaglieria e "altri prodotti", divisione che al suo interno comprende la vendita di fiori, di profumi e di casalinghi.
Negativo, e pari al -2,3%, il trend che si rileva per i negozi di prodotti non alimentari, che sono passati da 2.608 a 2.549. Le aziende di commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento e calzature sono scese, nel periodo gennaio-novembre 2015, da 638 a 614 con un calo del 3,8%; le orologerie e articoli di gioielleria hanno registrato una flessione del 2,8%; lo stesso dicasi per i negozi di vendita di fiori e piante (-3,1%), per quelli di articoli di profumeria, cosmetici ed erboristerie (-2,4%), per quelli di mobili, di articoli per l'illuminazione e altri articoli per la casa (-4,3%). In calo del 3% le imprese del commercio di libri, giornali, articoli di cartoleria e da ufficio, mentre sono stabili, e pari a 117 unità, i negozi di articoli musicali, sportivi e per il tempo libero.