Il progetto, che nasce dall'esperienza dell'Università di Reggio Calabria 'Mediterranea', con investimenti dell'Autorità portuale di Civitavecchia e dell'Unione europea, mira ad attuare una tecnologia innovativa per lo sfruttamento delle energie del mare (onde, correnti e maree) e fa parte delle nuove opportunità per aumentare il ricorso alle fonti rinnovabili.
E il porto di Civitavecchia, precursore di tale strategia green, si è ritagliato un ruolo primario nell’intero panorama portuale nazionale. Nel dettaglio il Rewec3 prevede l'installazione di particolari cassoni in cemento nella darsena del porto e con l’ausilio di turbine chiamate autorettificanti consente di produrre energia elettrica sfruttando il moto ondoso naturale del mare. L'obiettivo è quello di modificare il mix energetico utilizzato per le infrastrutture e introdurre nuovi sistemi -anche di trasporto- all'interno del porto, alimentati da fonti di energia rinnovabili.
L'energia prodotta sarà messa in rete e distribuita all'utenza portuale. Un cassone del Rewec3 è costituito da un condotto verticale che interagisce con il moto ondoso mediante un’imboccatura superiore. Tale condotto è, poi, collegato ad una cameradi assorbimento attraverso un'apertura di fondo. La camera di assorbimento è posta in contatto con l’atmosfera mediante un condotto nel quale è alloggiata una turbina self-rectifying. Perciò la camera di assorbimento contiene una massa d’acqua nella parte inferiore e una sacca d’aria nella parte superiore.
A causa del moto ondoso davanti alla parete si genera una fluttuazione di pressione sull’imboccatura superiore esterna del condotto verticale, che causa a fasi alterne l’entrata e l’uscita dell'acqua dall'impianto. La fluttuazione porta a comprimere (cresta d’onda) e decomprimere (cavo d’onda) il polmone d'aria nella camera di assorbimento ed il flusso d’aria generato fa azionare la turbina/generatore posizionata nella parte superiore della camera producendo energia elettrica.