Una percentuale preoccupante, perchè - in sostanza - per ogni nuova attività che nasce, ne muoiono due. A Napoli e a Caserta i dati più allarmanti: la prima detiene il primato negativo di cessazione delle imprese (3090, il 50% dell'intera regione), la seconda la percentuale in proporzione più alta (-1.6% di chiusura di imprese al commercio al dettaglio rispetto al 2014). «Il nostro è un grido d'allarme serio e netto - ammonisce Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Napoli e Campania - Dov'è lo Stato? È assente, senza dubbi. E invece è chiamato a intervenire, in modo tempestivo e deciso. In questo momento di crisi non è possibile sostenere il 60% di tasse.
È impensabile che le nostre imprese sostengano costi di gestione e lavoratori con il 40% del fatturato, senza dimenticare che nel 2016 sono previsti ulteriori aumenti di luce, gas e acqua. I nostri affiliati, gli esercenti e le imprese, sono sempre più deboli. Lo Stato intervenga. Il premier Renzi non può pensare di ridurre nel 2018 le tasse, deve farlo prima: di questo passo tra tre anni ci sarà la cessazione attività di altre 20mila imprese, con oltre 100mila lavoratori che saranno disoccupati, alzando ulteriormente il tasso di disoccupazione in Campania e al Sud.
A quel tempo - conclude Schiavo - il malato sarebbe agonizzante, bisogna intervenire per “curarlo” prima». Lo studio della Confesercenti mette in rilievo anche altri dati: in generale in Campania hanno chiuso circa il 15% di imprese del commercio al dettaglio dell'intera Italia e il 25% del comparto Sud e Isole. Nel contempo nella nostra regione c'è stato solo il 17% di iscrizioni di nuove attività. Con riferimenti alle categorie commerciali, calano quasi tutte tranne la ristorazione (+3,1% a Napoli, 2,8% in Campania), edicole e giornali (+15,7% a Napoli, +9.2% in Campania) e soprattutto il commercio via internet, che registra finalmente un'impennata di iscrizioni di imprese nella nostra regione (+ 21.6% rispetto a dicembre 2014) con boom a Napoli (+28.2%). Oasi felici nel generale andamento negativo per il quale Schiavo e la Confesercenti regionale chiedono a gran voce l'intervento dello Stato.