Sono 75 gli euro in media stanziati da un cittadino del Nord, 94 per uno del Centro e ben 134 per uno del Sud e delle Isole. E' la “Generazione X” a spendere maggiormente per l'ultimo dell'anno, ovvero 104 euro in media. Il trend per Capodanno conferma la spesa per i pranzi di Natale (del 24 e del 25): in quel caso la stima è stata di 99 euro a persona (83 nord, 112 centro, 118 sud/isole). Per Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti di Napoli e Campania, la lettura di questi dati è chiara:
«Al Sud, specie a Napoli e in Campania, si spende di più perchè c'è maggiore legame con le radici e con la famiglia. Le tradizioni al Meridione vincono e risollevano anche, in tal senso, il fattore economico. Al Sud, e in Campania in particolare, si avverte maggiormente la necessità di stare in famiglia a Capodanno, ma questo non viene colto da chi ci governa.
L'Italia è un paese che viaggia a due velocità: al Nord l'economia va veloce, al Sud va lenta, eppure c'è maggiore attenzione alla coesione, alla famiglia, pur avendo possibilità di spesa, servizi e capacità economiche molto inferiori al Settentrione. L'Italia dovrebbe imparare a non essere divisa ma a viaggiare insieme: non oso immaginare cosa avrebbe significato avere al Meridione una chance come l'Expo, quante attività, servizi e strutture si sarebbero potute realizzare.
Questo perchè l'Italia, nei confronti dell'Europa, potrebbe giocarsi le sue carte ripartendo dalla propria identità, basandosi sul Sud e sulle tradizioni che dalle nostre parti vengono difese. I dati di spesa per il cenone di Capodanno – aggiunge e conclude Schiavo - vanno letti in questo modo, come un'occasione per ribadire che l'Italia dovrebbe far crescere la cultura legata alle radici e all'identità. Sarebbe un'ottima opportunità per migliorare l'economia dell'intero Paese, per correre insieme e non a due velocità diverse».Lo studio di Confesercenti, tramite SWG ha anche messo in rilievo come l'allarme dell'OMS sulle carni rosse ha influito poco o nulla sulla spesa degli italiani e che le aspettative degli stessi per le feste natalizie non sono cambiate nell'ultimo anno, né in peggio ma neanche in meglio in ossequio all'invocata o paventata ripresa.