Al convegno, il senatore Simona Vicari, sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle smart cities, ha invitato l’Università e i centri di ricerca industriale a giocare sempre più un ruolo proattivo e di indirizzo per creare innovazione e per valorizzarla tramite iniziative di collaborazione pubblico/privato.
Tre i pilastri tecnologici della Smart City delineata dai progetti dei ricercatori del Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI e dalle aziende di Energy@home partecipanti: una rete di comunicazione capillare adatta a collegare sensori, attuatori e dispositivi anche senza l’uso di batterie (la Internet of Things); piattaforme aperte e interoperabili capaci di acquisire ed elaborare la grande mole di dati generata e soprattutto di renderla disponibile in forma di open data; servizi smart per migliorare la qualità della vita dei cittadini in modo sostenibile, riducendo le emissioni di CO2 fino ad abbatterla dello 80%, traguardo fissato al 2050 dalla Commissione Europea.
Ma alcuni progetti hanno anche delineato la possibilità di ottenere la riduzione totale delle emissioni di CO2 con quartieri del futuro che diventano completamente auto-sufficienti dal punto di vista energetico.