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Jusepe de Ribera e la pittura a Napoli



26 novembre 2015 - Palazzo Madama presenta una mostra dossier dedicata alla pittura napoletana del primo Seicento, partendo dal prestito di tre dipinti della Collezione di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli. Si tratta dell’Adorazione dei Magi del Maestro degli Annunci ai pastori (1635 circa), di Tobia che ridona la vista al padre di Hendrick de Somer (1635 circa) e del San Giorgio di Francesco Guarino (1645 – 1650 circa).

I tre dipinti pongono le basi sia per costruire un itinerario tra gli artisti che seguirono gli insegnamenti di Ribera, sia per presentare i risultati degli studi che hanno fatto luce sull’autore della Santa Caterina di Alessandria (acquistata nel 2006 dalla collezione di Giulio Einaudi). Il dipinto è stato infatti esposto nelle principali mostre di arte napoletana con varie attribuzioni, tra cui quella a Bartolomeo Passante.

Le recenti ricerche di Giuseppe Porzio (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”) consentono ora di superare i dubbi: a dipingere la Santa Caterina intorno al 1635 fu Giovanni Ricca, artista che emerse tra gli allievi napoletani del maestro spagnolo Jusepe de Ribera con una personalità originale orientata verso il naturalismo e il classicismo. Jusepe de Ribera giunse a Napoli su invito del viceré spagnolo duca di Osuna nel 1616 e vi restò fino alla morte, nel 1652, esercitando una notevole influenza sugli artisti della regione, con una produzione inizialmente legata al caravaggismo, ma via via più personale per la forte intensità emotiva e il cromatismo accentuato dai chiaroscuri.

 La mostra mette in scena alcuni dei migliori allievi della cerchia di Ribera, già citati nelle biografie antiche: con i dipinti di Intesa Sanpaolo, accanto alla Santa Caterina figureranno opere di collezioni private napoletane e fiorentine che completano il quadro di una cultura figurativa nata su basi caravaggesche ed evoluta verso forme di raffinato classicismo. Anche il maestro Ribera sarà presente in mostra con il Cristo flagellato della Galleria Sabauda di Torino, dipinto tra il secondo e il terzo decennio del Seicento riprendendo un modello già utilizzato per la quadreria dei Gerolamini di Napoli.

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