Tale principio risulterebbe violato per effetto della circostanza che i benefici sono vincolati esclusivamente all’iscrizione delle navi nel Registro Internazionale Italiano. La Commissione ha intimato alle Autorità italiane di rimuovere tale vincolo, considerandolo discriminatorio rispetto alle altre bandiere comunitarie, pena l’apertura di una procedura di infrazione.
In seguito a ciò, la proposta normativa di adattamento, è stata elaborata dal ministero delle Infrastrutture e trasporti e dal ministero dell’Economia e delle finanze, in stretto rapporto con le istituzioni comunitarie. Purtroppo tale processo di adattamento non risulta ancora avviato nonostante assicurazioni fornite dalle nostre autorità alle istituzioni comunitarie. Confitarma, il cui scopo è quello di difendere gli interessi delle imprese armatoriali italiane, ritiene comunque indispensabile adeguarsi alle richieste di Bruxelles per evitare conseguenze gravi a livello europeo che potrebbero arrivare fino alla soppressione del Registro Internazionale e delle misure che consentono alle navi italiane di essere competitive, alla flotta di bandiera italiana di crescere, fino a diventare la terza dei grandi paesi riuniti nel G20, e all’occupazione marittima italiana di aumentare. Sul tema dell’occupazione, fermo restando l’obbligo di impiego del solo personale marittimo nazionale sui traffici di cabotaggio, Confitarma da sempre sostiene gli armatori che, pur impegnati nei traffici internazionali, liberamente impiegano marittimi nazionali in misura maggiore rispetto a quanto concordato con le Organizzazioni Sindacali. Le dichiarazioni del Consigliere Onorato, che pur partecipando negli organi di vertice della Confederazione non ha mai svolto considerazioni su tale questione, appaiono quindi poco convincenti, ma Confitarma è pronta come sempre ad un confronto trasparente e chiarificatore.