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Lo Shipping in Italia produce 32,6 mld di euro


Il cluster marittimo italiano si conferma uno dei settori più dinamici dell’economia italiana contribuendo al PIL nazionale per 32,6 miliardi di euro (2,03%) e dà occupazione a circa il 2% della forza lavoro del Paese (471mila persone fra addetti diretti ed indotto). Questi alcuni dei dati del V Rapporto dell’Economia del Mare realizzato della Federazione del Mare assieme al Censis, presentato a Milano, presso la sede della Camera di commercio a Palazzo Turati. Oggi la flotta di bandiera italiana è tra le principali al mondo (la 3^ dei grandi paesi riuniti nel G20) e supera i 17 milioni di tonnellate di stazza, con posizioni di assoluto rilievo nei settori più sofisticati (ro-ro, navi da crociera, navi per prodotti chimici).

 Il nostro Paese mantiene la leadership europea nel traffico crocieristico (con 6,2 milioni di passeggeri e 4.600 scali di navi), e nella costruzione di navi passeggeri e motor-yacht di lusso. I dati confermano invece l’arretramento del sistema portuale italiano dal 1° al 4° posto in Europa per importazioni edesportazioni di merci via mare, con 194 milioni di tonnellate, in buona parte imputabile al calo degli approvvigionamenti alla nostra economia, legato alla crisi. L’impatto delle attività marittime sull’economia italiana va oltre gli aspetti più strettamente legati alla loro dimensione trasportistica e coinvolge direttamente anche i settori produttivi, manifatturieri e terziari, dell’economia.

 Il cluster marittimo industriale spende annualmente in acquisti quasi 20 miliardi di euro: 3.600 milioni in prodotti della raffinazione del petrolio; 1.870 milioni in servizi di noleggio, leasing, attività finanziarie e assicurative; 1.780 milioni in servizi logistici; 1.520 milioni in prodotti metallici e metallurgici; 1.070 milioni in servizi di distribuzione commerciale all’ingrosso; 980 milioni in navi, componenti navali e altri mezzi di trasporto; 760 milioni in servizi legali, di contabilità, di architettura e di ingegneria; 650 milioni in prodotti alimentari e bevande; 610 milioni in apparecchiature meccaniche ed elettriche; 480 milioni incomputer e servizi connessi; 460 milioni in servizi di vigilanza e di supporto agli uffici; 360 in attività immobiliari; 340 milioni in servizi delle agenzie di viaggio; 265 milioni di euro nel settore delle costruzioni; 260 milioni in prodotti chimici; 250 milioni in telecomunicazioni; 240 milioni in mobili e altri manufatti; 220 milioni in prodotti di plastica; etc. Per costi di distribuzione, in buona parte relativi a pesce diretto a ristoranti e industria alimentare, quasi 2 miliardi di euro.

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