In riferimento al ricorso al Tar presentato da Yci, Elpis, Lega Navale e Unione dilettanti Pesca teso a impedire la realizzazione del BluePrint e il rilancio del lavoro portuale e delle riparazioni navali, non riconoscendo la scadenza naturale delle loro concessioni al prossimo 31 dicembre, il presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo ha dichiarato:
“Non posso che esprimere il mio più totale stupore e sconcerto per questa azione, che giudico gravissima e che rischia di porre pesanti pregiudiziali contro il lavoro e l’economia portuale e contro la stessa città. Pur essendo convinto che non esistano i presupposti a sostegno delle tesi presentate dai circoli, ricordo che questa Autorità Portuale ha ripetutamente proposto agli stessi ricorrenti la possibilità di un confronto per consentire una loro nuova collocazione di grande pregio nella darsena della Fiera: una nuova collocazione che avrebbe potuto per altro far crescere l’attività sportiva e culturale degli stessi circoli, con ottime ricadute sui fruitori e sugli occupati”.
“Con un atteggiamento di totale chiusura e arroganza, invece – continua Merlo – i circoli si sono sempre sottratti a questo confronto. Credo quindi, anche alla luce dell’iniziativa intrapresa al Tar, che le istituzioni, le forze economiche e sindacali e l’intera città debbano ora prendere posizione e scegliere se stare dalla parte di chi difende il lavoro, l’economia e la storia di questa città che si vuole aprire a nuovi spazi di fruibilità per tutti o se stare dalla parte di chi al contrario difende interessi particolari e anacronistici e inspiegabili rendite di potere”.
“Genova – ha concluso il presidente dell’Autorità portuale – ha una grande opportunità di consolidamento e rilancio attraverso la realizzazione del ‘BluePrint’ firmato da Renzo Piano e accolto da tutte le istituzioni. Rappresenta il punto di partenza per una nuova importante stagione per il lavoro e le riparazioni navali. Sono convinto che se questa opportunità non fosse colta, per seguire gli interessi di pochi, ai quali evidentemente il bene collettivo non sta a cuore, sarebbe una grave sconfitta per la città. Sarebbe anzi un passo inesorabile verso il declino”.