“Che avrebbe dovuto essere l’ultima tappa – spiega Fiorella - ma poi ho deciso di accettare l’invito degli amici di Avellino e così ho scelto di terminare qui il mio bellissimo viaggio che quest’oggi purtroppo finisce. Regalandomi però un bagaglio di emozioni, incredibili, e qualche nota di tristezza che, come sempre, arriva puntuale quando qualcosa di bello nella vita non c’è più ”.Tutto era cominciato più di un anno fa: per festeggiare, insieme, i suoi quarantasei anni di carriera, tante sono le stagioni trascorse dal suo esordio a Castrocaro, ed il suo sessantesimo compleanno.
“Oramai gli anni sono quasi 61” – ricorda la Mannoia al suo pubblico - che sabato 10 e domenica 11 ottobre ha letteralmente riempito il Teatro Carlo Gesualdo di Avellino. Ed è proprio con i suoi fans che Fiorella ha ripercorso l’excursus della sua carriera discografica. “
Dovremmo stare qui sei ore - ha detto una delle interpreti più brave della musica leggera italiana, come sempre in grande forma sul palco - ma ho dovuto fare una selezione dei pezzi”. Ed ecco allora le sue hit più belle: da “Caffè nero bollente”, con cui si rivelò al grande pubblico a Sanremo nel 1981, ad “Amore Bello” di Claudio Baglioni.
E ancora, “Cercami” di Renato Zero e “Sempre per sempre” di De Gregori. Passando per “C’è tempo” di Ivano Fossati fino a “Quello che le donne non dicono” di Enrico Ruggeri. “Quando i più grandi cantautori italiani iniziarono a regalarmi le loro canzoni – ricorda la Mannoia - sentivo il peso dei testi che interpretavo, e così cantavo ferma sul palco, vestita come una suora laica con le pianelle ai piedi, come diceva la mia amica Loredana ( Bertè ndr). Finché una sera, vestita di rosso, in un teatro di Firenze, decisi di essere me stessa, ballando e scatenandomi sul palco. E fu un successo”.