Il decreto è sostenuto esclusivamente da ACTV (Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano) avendo ricevuto parere contrario dai dirigenti del Dipartimento Navigazione marittima ed interna del Ministero dei Trasporti e del Comando Generale delle Capitanerie di Porto. L’iter è poi proseguito presso l’Ufficio Legislativo del Ministero.
Il decreto affronta in modo fuorviante la specificità di Venezia: qualora dovesse ritenersi opportuna una revisione dei titoli professionali spendibili nella laguna, dovrebbe operarsi a tutto campo non limitandosi al solo trasporto pubblico locale lagunare.
Attualmente il provvedimento viene discusso esclusivamente tra gli uffici legali di ACTV e l’Ufficio Legislativo del Ministero: ne conseguirebbe il discutibile risultato di dar vita a navi marittime provviste di equipaggi muniti di “nuove patenti e qualifiche” prive di qualsivoglia logica di semplificazione e di integrazione rispetto alle attuali disposizione normative.
Una decisione che, oltre a dequalificare il percorso formativo di chi ha già acquisito titoli marittimi attraverso corsi di formazione e continui aggiornamenti, implica deficit di sicurezza in quanto la navigazione marittima segue una formazione e normative diverse dalla navigazione interna.
Contrari all’introduzione di un simile provvedimento sono ANITraV (Associazione Nazionale Imprese Trasporto Viaggiatori), ACNL (Associazione Capitani Navigazione Lagunare Venezia), Collegio Nazionale Capitani Lungo Corso & Macchina e UGL (Unione Regionale del Lavoro). Della vicenda è stato informato anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, al quale è stato chiesto un incontro con lettera datata 10 settembre 2015.
«La precedente amministrazione comunale aveva demandato il compito istituzionale di discutere il Decreto alla sua società ACTV a nostro avviso in palese conflitto d’interesse – spiega nella missiva il firmatario Lorenzo Boscolo, presidente ACNL – Per questo vogliamo essere certi che l’attuale amministrazione sia correttamente informata di quanto sta succedendo».