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La CdC di Ancona a favore di un'unica Camera marchigiana


Come ormai noto e ribadito dalle recenti comunicazioni alla stampa di Unioncamere nazionale, la riforma della pubblica amministrazione, appena pubblicata, stabilisce che le Camere di Commercio in tempi brevi passino dalle attuali 105 a non più di 60 e candidate forzate all'accorpamento saranno le Camere con meno di 75mila imprese iscritte: tra loro le marchigiane; e si tratta di una operazione complessa e delicata: i dati di sintesi della regione Marche fanno emergere, infatti, situazioni differenziate tra le cinque province dove Ancona presenta il numero più alto tra imprese e unità locali (56.953).

 A tal riguardo la Camera di Commercio di Ancona ha ribadito nel corso dell'ultima riunione del Consiglio la sua scelta a favore dell’accorpamento degli attuali enti camerali regionali in una unica Camera di commercio marchigiana.
"La consideriamo la soluzione più adatta alla nostra regione - spiega il Presidente Giorgio Cataldi - tenuto conto del numero delle imprese, della conformazione geo-economica del territorio, delle dimensioni delle strutture camerali esistenti, della costante riduzione delle risorse finanziarie a disposizione e del raffronto con il panorama nazionale e con le altre regioni tenendo a mente come primo obbiettivo la salvaguardia delle funzioni di promozione delle economie locali e quelle amministrative di regolazione del mercato: il raccordo con il territorio infatti va tutelato e riconosciuto come risorsa e valore aggiunto, soprattutto in un momento in cui i livelli di governo sono sempre più distanti dalle comunità locali e le Camere di commercio rimangono di fatto gli unici elementi di raccordo istituzionale e di promozione per le imprese sul territorio".

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