Se ne è parlato oggi, 29 settembre, a Expo 2015 durante il convegno “Cibo e salute. Cibo e sostenibilità” che si è svolto nella sala convegni Future Food District di Coop. Tra i partecipanti anche Bofrost Italia, importante azienda della vendita porta a porta di alimenti surgelati, che serve oltre un milione di famiglie nel nostro Paese.
«Il pesce è una delle tipologie alimentari più apprezzate nella versione surgelata (quota a valore del 33,5% sul totale surgelato - fonte GFK Eurisko - Totale Italia AT feb 2015) –afferma Graziano Francescon, direttore acquisti e marketing Bofrost– Oltre all’impegno continuo per offrire ai nostri clienti la più alta qualità disponibile, con il pesce abbiamo voluto fare ancora di più, sostenendo, con la nostra politica d’acquisto, i principi della pesca sostenibile e dell’acquacoltura responsabile. Abbiamo selezionato un gruppo di prodotti con cui iniziare, con l’obiettivo di estendere al più presto le certificazioni anche alle altre referenze».Le certificazioni sono diverse a seconda che si tratti di pesce pescato o proveniente da acquacoltura. Per il pescato c’è la certificazione MSC (Marine Stewardship Council), che prende il nome dall’organizzazione omonima che opera con l’obiettivo di preservare l’ecosistema marino.
Il marchio MSC attesta che il pesce proviene da attività gestite secondo criteri di sostenibilità (salvaguardia della specie; impegno a ridurre l’impatto ambientale; implementazione di sistemi di pesca più sostenibili). Per il pesce proveniente da acquacoltura c’è invece il bollino ASC (Aquaculture Stewardship Council), un organismo indipendente che ha elaborato degli standard a garanzia di un allevamento responsabile di pesce e frutti di mare.
Lo scopo è quello di garantire l’equità delle condizioni di lavoro e la creazione di un valore aggiunto al prodotto ittico. Leggendo con attenzione l’etichetta del pesce surgelato Bofrost si trovano anche altre informazioni, come la tracciabilità. Si può infatti conoscere la provenienza del pesce cercando la sigla della zona FAO in cui è stato pescato e confrontandola con le tabelle approvate dalla legislazione italiana.
Uno strumento utile per capire da dove proviene il cibo che si ha in tavola. «Lavoriamo e surgeliamo il pesce pescato tramite shock termico in tempi brevissimi spesso direttamente sulle “navi-fattoria” da cui viene pescato. In questo modo ne conserviamo a lungo termine sia le preziose sostanze nutritive che il naturale sapore» aggiunge Graziano Francescon.
Come per tutti i surgelati, è poi importante rispettare la catena del freddo, ossia mantenere gli alimenti a una temperatura costante inferiore ai -18°C fino al consumo. «I momenti più critici –spiega sempre Francescon – sono quelli del passaggio dal mezzo di trasporto al banco freezer e dal banco freezer a casa del consumatore».