Nel Bollettino economico diffuso, la Banca d’Italia rivede al rialzo le stime di crescita del Pil rispetto a quelle diffuse a gennaio (+0,4%) e anche ad aprile (+0,5%): +0,7% per il 2015 e +1,5% nel 2016 (rispetto al +1,4% contenuto nel Def). Tuttavia, resta però una grande incognita: sono dati che indicano una ripresa reale e stabile? “Premesso che l'economia talvolta appare essere una scienza quanto mai inesatta, i dati effettivamente sono incoraggianti, soprattutto se confrontati con quelli del FMI, dell'Unione Europea e dell'OCSE che confermano l'andamento positivo” spiega Vincenza Frasca, vice presidente di Apindustria Verona,
“per aspettarsi una ripresa reale occorrono però forti azioni politiche, come la diminuzione della tassazione, del costo del lavoro e dell’energia, attraverso tagli mirati e non lineari della spesa pubblica “cattiva” e non produttiva. Solo in tal modo la crescita supererebbe di gran lunga le previsioni di cui sopra”.Apindustria parla anche di una semplificazione del sistema contrattuale ormai datato e non più rispondente alle reali aspettative di un tessuto economico in perenne movimento. Secondo i dati emersi dalle imprese di Apindustria la ripresa, sebbene timida, non appare omogenea.
Alcuni settori, vedi edilizia, proprio non l'avvertono, mentre altri settori quali meccanico, lapideo, alimentare chimico, o meglio singole imprese, hanno saputo attrezzarsi e grazie ad investimenti in materia di qualità del prodotto, di innovazione tecnologica e la ricerca di nuovi prodotti per nuovi mercati sono riusciti ad invertire la rotta, “ma siamo comunque ben lontani dagli anni ante crisi” continua Vincenza Frasca.
“Tartassare di tasse le imprese non crea sviluppo, anzi. Bisogna agevolare le aziende, perché solo le assunzioni fanno in modo che il denaro circoli e si crei sviluppo. Sicuramente l'innovazione premia, così come rinforzare e strutturare l'export sfruttando le opportunità esistenti quali il cambio euro dollaro, l'andamento del costo del petrolio ed il calo dei tassi. Il mercato interno però ristagna e qui si sente l'assenza della mano politica con interventi a sostegno di riforme strutturali, riduzione dei costi del lavoro, della macchina pubblica e della giustizia” ha concluso il vice presidente di Apindustria Verona.