Gli effetti della crisi economica e della restrizione del credito continuano a colpire duramente. In un anno se ne sono perse 1.108 (-3,3 per cento). Meglio vanno invece le imprese non giovanili, diminuite dello 0,7 per cento. La tendenza in regione è quindi più pesante di quella nazionale. In Italia la contrazione delle imprese giovanili (522.242, il 10,2 per cento del totale) è meno ampia (-2,1 per cento), come anche quella delle altre imprese (-0,1 per cento).
Questo è quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati dal centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese giovanili aumentano solo in Trentino-Alto Adige (+1,1 per cento), e nel Lazio (+0,1 per cento). Segno rosso ovunque altrove. La flessione maggiore si è avuta in Molise (-4,7 per cento). L’Emilia-Romagna è quindicesima in classifica.
Tra le regioni con cui l’Emilia-Romagna si confronta va peggio in Piemonte (-4,0 per cento), ma meglio in Lombardia (-1,5 per cento) e in Veneto (-2,2 per cento). La forma giuridica La riduzione è da attribuire principalmente alla flessione delle ditte individuali (-1.195 unità, -4,5 per cento), prese tra congiuntura negativa e indisponibilità del credito, ma è molto più intensa per le società di persone (-10,5 per cento, pari a 315 unità).
Queste risentono in negativo dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata di cui si avvantaggiano le società di capitale, che hanno messo a segno un vero boom (+401 unità, +11,1 per cento).