Quali strumenti concreti potrebbero favorire l’uso dei risultati scientifici da parte di chi prende decisioni politiche? È un problema che si pone con urgenza in un’Europa che si presenta come 'knowledge-based society', in cui le leggi dovrebbero basarsi quanto più possibile sulla
conoscenza.
Da qualche tempo si sta occupando di questo tema il gruppo Studi su Comunicazione della Scienza ed Educazione del Cnr. L'Ente, infatti, attraverso l'Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) e l'Istituto di fisiologia clinica (Ifc), è coinvolto in un progetto europeo quinquennale -'REPOPA- svolto da sei Paesi europei (Danimarca, Finlandia, Italia, Olanda, Regno Unito, Romania più il Canada), che ha tra i suoi obiettivi quello di integrare la conoscenza scientifica - anche quella non accademica - nei processi di policy, in particolare nell’ambito della salute.
Il Cnr ha coinvolto in questa riflessione anche ricercatori e policy makers a livello locale e nazionale, con rappresentanti dal Ministero della Salute, dall'Istituto Superiore di Sanità, dall'Università, da enti locali, aziende e unità sanitarie locali (Empoli, Bergamo, Roma, Verona).
Dal loro dialogo strutturato, mediato dagli autori dello studio, sono emerse alcune proposte concrete, che possiamo riassumere così:
1. istituzione di una o più consulte di ricercatori e ricercatrici con il ruolo di osservatorio sugli aspetti scientifici delle leggi in discussione a livello nazionale e locale;
2. adozione di una banca dati integrata dei ricercatori disponibili a fornire consulenze ai decisori politici;
3. istituzione di science shop (strutture che forniscono supporto di ricerca in risposta a problematiche espresse dalla società civile), espressamente rivolti a rispondere a richieste specifiche dei decisori politici;
4. valorizzazione, da parte del sistema dell’università e della ricerca, delle capacità dei ricercatori di comunicare la scienza;
5. promozione, da parte del sistema dell’università e della ricerca, di iniziative di valorizzazione della cultura scientifica nel policy making, per esempio mediante stage di studenti e mobilità dei ricercatori presso organismi tecnici e politici;
6. realizzazione di piattaforme per la realizzazione di tavoli tecnici reali e virtuali orientati alla relazione tra ricerca e politica, sulla base di metodologie di discussione collettiva.
Sulla base di questi risultati e delle conoscenze costruite nel progetto 'REPOPA', è stata predisposta una lista di indicatori di evidence-informed policy making, elementi 'misurabili' che possono aiutare a capire se la scienza sia presa in considerazione o meno nell’ambito di una determinata policy. Gli indicatori, ancora in attesa di pubblicazione, riguardano diversi aspetti, dal coinvolgimento diretto di ricercatori nello sviluppo di una policy alla citazione di letteratura scientifica nei suoi documenti, dalla disponibilità di budget dedicati alla presenza di iniziative di comunicazione per acquisire conoscenze da diversi gruppi di interesse.
Tali indicatori verranno poi contestualizzati a livello nazionale tramite conferenze che coinvolgeranno diverse reti di stakeholder, potenzialmente interessate a implementarne l’uso nelle loro realtà specifiche.
L’appuntamento italiano è fissato per il 16 novembre 2015 alla sede centrale del Cnr di Roma. Nuovamente le opportunità di dibattito e il flusso di conoscenze si muovono a cavallo del livello internazionale e dei contesti locali.
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