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Valdaro : “passpartout” lombardo per l’alto Adriatico
Immerso nel verde rigoglioso di un ambiente fluviale d’eccellenza il porto interno di Valdaro, fulcro intermodale del sistema portuale mantovano (6 porti pubblici e 6 industriali n.d.r.) , con circa un milione di
mq. tra area portuale e retro porto, ora guarda con grande interesse ai porti alto adriatici del Napa, cioè all’Associazione internazionale tra quelle importanti infrastrutture, tutte in via di potenziamento, di quel braccio del Mediterraneo nordorientale che con i porti di Ravenna, Venezia, Chioggia, Monfalcone, Trieste, Capodistria e Fiume e con la piattaforma offshore voluta e sostenuta da Paolo Costa presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, potrebbero determinare il futuro della portualità europea con nuove rotte e nuovi flussi merceologici da e per l’Est del mondo.
Dunque il sistema portuale mantovano, strategico al centro della pianura padana e intimamente integrato con interconnessioni multimodali all’Adriatico fa, di diritto e di fatto, la sua parte come riconosciuto “corenetwork europeo”, partecipando al progetto Napa Studies ma, soprattutto, attirando importanti investimenti europei e regionali, pubblici e privati, attrezzando capannoni, piazzali e nuove banchine in un’area arricchita da un distretto logistico di grande respiro intorno all’area industriale che già ospita una cinquantina di aziende con oltre 600 addetti, altri 1200 nell’indotto della catena del trasporto. Dunque un polmone logistico in grande crescita foriero di uno sviluppo economico potenzialmente incommensurabile se correttamente inserito in quel vastissimo master plan tracciato nella nuova geopolitica adriatica voluta dal NAPA per il suo hinterland e per i “suoi porti” .
Certo è che in questo contesto per il progetto europeo la strada da percorrere non sarà facile quando alla base di tutto più che a nuove infrastrutture portuali, a nuovi collegamenti plurimodali ecc. bisognerà pensare a come superare quei limiti culturali ancora ben radicati nel protagonismo e nell’individualismo che ogni singola realtà, comunque, ancora mantiene (spesso per ragioni di appartenenza patriottica e / o di sole supremazia e competitività) tra aree concorrenti che operano in ben tre diversi stati con tutto ciò che, anche se sotto la stessa bandiera comunitaria, economicamente, socialmente e politicamente le contraddistingue.
Ciò detto, veniamo all’evento clou che ha impegnato operatori, amministratori e stampa organizzato dalla Provincia a bordo della mn. River Queen in navigazione nel porto di Valdaro per l’inaugurazione di una nuova banchina, ultima tessera di un brillante mosaico, ma solo in ordine di tempo, in quello che, nel suo complesso, appare come un ordinatissimo rendering di un porto modello con vagoni opportunamente allineati lungo le banchine, piazzali con decine di camion diligentemente parcheggiati, container allineati con cura e ben divisi per i loro specifici impieghi in aree recintate e dedicate, capannoni per lo stoccaggio e la lavorazione di prodotti agroalimentari, chiatte della V° classe europea saldamente ormeggiate alle banchine ecc. ecc. Il tutto, dal ponte della mn. River Queen, nel più assoluto silenzio interrotto solo dal guizzare di pesci d’acqua dolce o dal canto di una fauna tipica di una tra le più incantevoli aree fluviali del Paese.
Massimo Bernardo
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