raggiunge migliaia di persone, è stato pubblicato da anonimi un annuncio a nome di Cinzia con tanto di fotografia. Le imputazioni per questo reato sono diverse e vanno dal furto d’identità alla diffamazione. La polizia postale, a seguito di relativa denuncia, sta già seguendo il caso. Il web rappresenta l’ultima nuova frontiera che può colpire sia la persona comune, con la diffamazione, ma anche chi, come la Franchini, riveste un ruolo istituzionale per intimidirla o inibirla all’azione e alla denuncia. In questo caso si verificano entrambe le male intenzioni.
Ridicolizzare, diffamare, fiaccare e colpire anche l’intorno sono metodi propri di chi ha interesse a screditare e depotenziare l’azione della Presidenza CNA-Fita. E, da oltre tre anni, Cinzia Franchini subisce e reagisce: dai proiettili in busta chiusa fino a quest’ultima spregevole pressione, passando da altre variazioni sul tema, per aver intrapreso, con decisione e coraggio, un’azione di rinnovamento e contrasto, nel più generale dibattito che caratterizza la rappresentanza del trasporto merci in conto terzi in Italia. La Presidente, nell’esercizio del proprio mandato presidenziale, caratterizzato da una politica di forte discontinuità rispetto al passato, ha impattato interessi economici rilevanti per il Paese, trattando problematiche come quelle inerenti alle concessioni autostradali, gli sconti sui pedaggi, l’approvvigionamento carburante, la piattaforma logistica nazionale, ecc.
Cinzia Franchini commenta: “Se da un lato questi metodi sono tesi a fiaccare la forza, la perseveranza della persona e del ruolo, dall’altro mi confermano che i nostri sforzi stanno andando nella direzione giusta per cercare di “liberare” il settore “dall’inquinamento”, sempre più diffuso, dell’illegalità e delle lobbies che l’autotrasporto l’hanno “munto”. Tali distorsioni penalizzano gli imprenditori che mi affiancano e appoggiano quotidianamente e da cui attingo il sostegno e l’incoraggiamento a proseguire nella medesima direzione, insieme con tante altre persone, anche non del settore, che credono nella necessità e nell’urgenza di un cambiamento che vale per la politica così come per la rappresentanza. Un’ultima considerazione: tengo a sottolineare che questo attacco, in particolare, rappresenta anche la prova provata di come il ruolo delle donne sia di fatto osteggiato con la violenza, questa volta solo verbale, di chi non ha argomenti da opporre ma solo grande e ipocrita arroganza”.