Campione d’Italia è il comune con il maggior numero di persone che abitano in affitto. Lo rivela un’analisi* di Solo Affitti, franchising immobiliare specializzato in Italia nella locazione con 340 agenzie (40 in Spagna), secondo cui quasi la metà degli abitanti di Campione d’Italia (45,3%) vive in un immobile affittato, una media che supera di due volte e mezzo quella nazionale (18%).
La classifica è dominata però dalla presenza dei comuni napoletani: tra le 20 città italiane con più case in affitto, ben 13 sono in provincia di Napoli. Con medie due volte superiori a quella nazionale, troviamo al 2° posto Sant’Antimo (42,8%) e poi nell’ordine Pozzuoli (42,7%), Arzano (39,6%), Quarto (38,9%), Melito di Napoli al 7° posto (37,9%) e lo stesso capoluogo campano all’8° (37,7%). Un’alta percentuale di affitti si rileva
anche nel casertano, con i comuni di Castel Volturno al 6° posto (38,3%) e di Aversa al 13° posto (35,8%). Tra le città del nord Italia, nella lista dei 20 comuni con più contratti d’affitto compaiono solo il comune di Rozzano alle porte di Milano, al 9° posto (37%), la località turistica di Portofino in Liguria (15° posto; 22,2%) e le città di Bolzano (36,9%) e Merano (34,6%) nel Sud Tirolo, rispettivamente al 10° e 17° posto.
“In Italia fino ad oggi – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari d’immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei.
Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell’affitto: non è più una soluzione transitoria. In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca – prosegue Spronelli – certamente si è avviato un percorso virtuoso.
L’ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un’accelerazione. Nelle due grandi città italiane dove è più alta la quota di persone in affitto, il canone concordato, però, non può essere applicato perché i prezzi non vengono aggiornati.
A Milano sono fermi da 16 anni e Napoli da 12. Basterebbe che le amministrazioni comunali convocassero le parti. Questo significa che il proprietario paga il doppio di tasse e l’inquilino non può beneficiare di un canone calmierato e detrazioni fiscali, nel caso in cui l’immobile diventi la sua residenza principale”.Oltre a Napoli, tra le grandi città italiane (popolazione superiore ai 320.000 abitanti) si ricorre molto agli affitti a Bologna (29,7%) e Milano (29,1%), seguite da Palermo (28,9%), Torino (28,1%) e Bari (24,4%). Poco al di sopra della media nazionale gli affitti a Firenze (21,9%), Genova (21,9%) e Roma (20,3%). Esaminando le città con più di 3000 abitanti, gli affitti risultano quasi inesistenti nei comuni di Viggianello (PZ, 2%) e Cercemaggiore (CB, 1,9%), che sono agli ultimi posti in Italia. Percentuali molto basse di persone che vivono in affitto anche nei comuni palermitani di Alia (2,3%) e Montemaggiore Belsito (2,6%) e nei comuni leccesi di Andrano (3,5%) e Castrignano del Capo (3,1%).